spettacolo

Trilogia della villeggiatura

 

di Carlo Goldoni
regia Toni Servillo

Leonardo Andrea Renzi
Paolino Francesco Paglino
Cecco Rocco Giordano
Vittoria Eva Cambiale
Berto Salvatore Cantalupo
Ferdinando Toni Servillo
Guglielmo Tommaso Ragno
Filippo Paolo Graziosi
Giacinta Anna Della Rosa
Brigida Chiara Baffi
Fulgenzio Gigio Morra
Sabina Betti Pedrazzi
Rosina Giulia Pica
Tognino Marco D'Amore
Costanza Mariella Lo Sardo

scene Carlo Sala
costumi Ortensia De Francesco
disegno luci Pasquale Mari realizzato da Lucio Sabatino
suono Daghi Rondanini 
aiuto regia Costanza Boccardi
foto di scena Fabio Esposito

una produzione Teatri Uniti / Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa - 2007

 

Ciò che conquista della Trilogia della Villeggiatura è la sua assoluta originalità, la sua perfetta architettura teatrale. Sotto i nostri occhi, nello svolgimento delle tre commedie, assistiamo, come se si trattasse di un romanzo, alla trasformazione dei personaggi in “persone” i cui destini, le cui emozioni, ci riguardano e ci toccano profondamente.

Questa trasformazione è visibile soprattutto in Giacinta, che sembra sottrarsi alla propria rappresentazione per rivolgersi, nei suoi monologhi, direttamente al pubblico, alla vita.

I preparativi per la villeggiatura, l’ansia per la partenza, il tempo disteso delle partite a carte, delle conversazioni estive, a cui seguono i silenzi malinconici del rientro in città, hanno una scansione temporale, un movimento emotivo, un migrare sentimentale fatto di attese e delusioni, di speranze e conflitti, di ottimismo ed infelicità.

I personaggi che via via incontriamo sembrano raccontarci un oggi animato dalla necessità di “esserci” piuttosto che di “essere”, da una ricerca ostinata e nevrotica della felicità, dall’incapacità di intravedere, all’orizzonte, novità che sostituiscano le abitudini.

Goldoni ci offre un’analisi lucida e cruda di questo mondo, che è anche il nostro. Un mondo in cui i sentimenti e i destini sono spesso trattati con fredda aridità, alla stregua di una partita doppia.

Toni Servillo

 

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