spettacolo

Sconcerto

testo Franco Marcoaldi

con Toni Servillo
regia Toni Servillo

 

Orchestra del Teatro di San Carlo di Napoli
direttore Marco Lena

con la partecipazione di Peppe Servillo

costumi Ortensia De Francesco
luci Pasquale Mari
musica Giorgio Battistelli
suono Daghi Rondanini 
direzione tecnica Lello Becchimanzi
foto di scena Fabio Esposito, Gianni Fiorito, Francesco Squeglia

Una produzione Teatri Uniti, Fondazione Teatro di San Carlo, Fondazione Ravello, Fondazione Musica per Roma
in collaborazione con Piccolo Teatro di Milano e MITO SettembreMusic - 2010

In scena compaiono un'orchestra e il suo direttore. Ma gli strumentisti suonano da soli, vanno per proprio conto. Il direttore non dirige alcunché. È preso da ben altri crucci e tormenti, a cominciare dal desiderio spasmodico di provare a mettere ordine nella propria testa, attraversata come un fiume in piena dai più diversi e contrastanti pensieri, sensazioni, emozioni, malumori e fantasie. Questo flusso verbale continuo, che ospita il caotico vorticare del mondo, dà voce nella sua totale nudità a quella perdita di senso e direzione in cui tutti ci sentiamo precipitati, perdita qui rimarcata dall'andamento acefalo dell'organico strumentale. 

Si succedono e si scontrano tra loro le parole spesso inservibili del passato con il linguaggio totalmente irrelato del presente. E da questo costante cortocircuito, da questo allucinato paesaggio di rovine a un tempo grottesco e doloroso, affiorano continui baluginii di commozione, coraggio, tenerezza, umorismo, indignazione, cui fanno immancabilmente seguito frustrazione, spaesamento, stallo, disillusione. La musica investe con la sua montante onda sonora questo doppio movimento della parola, a volte accompagnandola nel suo tragitto e indicandole una possibile via di uscita, altre contrapponendosi ad essa o addirittura negandola in toto. 

Quasi che soltanto la forma musicale possa ambire ad arrivare là dove non giunge un'espressione verbale in crescente affanno.

Più che un personaggio, dotato di una sua precisa psicologia e di un'altrettanto precisa biografia, il direttore-attore risulta essere il pretestuoso ventriloquo dei nostri giorni. La sua voce e il suo corpo danno forma e sostanza a un gesto teatrale estremo, teso a collegare, per quanto ancora possibile, gli universi impersonali della poesia e della musica. 

Iscriviti alla newsletter!

Dopo aver letto la informativa sul trattamento dei dati personali ,