spettacolo

Il misantropo

di Molière
traduzione di Cesare Garboli

con
Roberto De Francesco
Andrea Renzi
Toni Servillo
Iaia Forte
Isabella Carloni
Mariella Lo Sardo
Toni Laudadio
Enrico Ianniello
Dini Abbrescia
scene e regia di Toni Servillo
costumi Ortensia De Francesco
luci Pasquale Mari
aiuto regia Marinella Anaclerio
direzione tecnica Lello Becchimanzi
foto di scena Cesare Accetta

una produzione Teatri Uniti - 1995

Viviamo in un'epoca in cui la scelta sta tra il peggio e il meno peggio. E la stessa epoca in cui si trovava a vivere Moliere, ed è lo stesso problema di fronte al quale si mette Alceste.
Cosa scegliere? Da che parte stare? Come comportarsi? Come reagire?
Alceste vorrebbe rifiutare quest'epoca, questo mondo, ma alle sue spalle e di fronte ne scorge forse uno migliore?
E come se non bastasse, in questa confusione di interrogativi, l'amore appassionato, il desiderio irresistibile per Célimène che tra questi interrogativi sembra scivolare o addirittura danzare.
Chi è più sincero con se stesso, Alceste nella sua scelta di abbandonare il mondo per la solitudine, o Célimène che decide di stare al gioco di questo mondo con l'entusiasmo della giovinezza e la voglia di vivere?
Molière sospende il giudizio, non ci consegna una risposta, e per questo la conclusione del testo appare così a mezz'aria.
Per questo motivo abbiamo voluto una messinscena essenziale, proponendo il testo quasi come si esegue uno spartito musicale alla prima lettura; in questo modo mi sembra che si sottolinei con più forza la sospensione tragica di questa bellissima commedia e con maggiore efficacia si ripropongano ancora oggi quegli interrogativi.

Toni Servillo

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